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Efficienza idrica e riqualificazione edilizia

C’era anche il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando martedì 2 luglio al convegno organizzato a Roma da Confindustria Ceramica ed Unindustria sull’efficienza idrica e la riqualificazione edilizia.

Convegno tavolo dei relatori

All’incontro, i cui lavori sono stati introdotti dall’onorevole Giuseppe Fioroni, erano presenti anche molti imprenditori del Distretto industriale di Civita Castellana: è stato presentato infatti uno studio del Cresme curato da Fulvio Spertini e Francesco Toso sul rinnovo degli apparecchi sanitari, un tema quanto mai sentito dalle aziende civitoniche.

Ogni anno in Italia - si legge nello studio - si consuma circa un miliardo e mezzo di metri cubi d’acqua per uso sanitario solo nelle abitazioni: per fare un confronto tutta l’agricoltura italiana messa insieme consuma circa un miliardo di metri cubi. Di qui l’esigenza di vedere il prodotto sanitario come fattore di sostenibilità idrica con degli accorgimenti che, oltre ad essere un incentivo culturale per un cambiamento di passo, possono portare ad un risparmio energetico e alla creazione di nuovi posti di lavoro dati dalla produzione di nuovo materiale e dal fatturato generato dall’indotto (ad esempio gli installatori di nuovi vasi).

Qualche numero: fino agli anni Sessanta si fabbricavano servizi igienici con cassette da 14 litri, negli anni Settanta si è passati a 9 litri e negli anni Ottanta a 7,5 litri. Portando gli scarichi a 6 litri (o meno) si arriverebbe ad un risparmio d’acqua pari a 414 milioni di metri cubi l’anno, equivalenti a minori emissioni di anidride carbonica pari a circa 3 milioni di tonnellate.

Gli strumenti ci sono e passano attraverso due emendamenti al Decreto legge numero 63 dello scorso 4 giugno (in discussione in Parlamento) che mira a dare un’adeguata risposta alla necessaria esigenza di favorire la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare.

Il primo emendamento tende infatti ad includere gli interventi di miglioramento strutturale dell’efficienza idrica dell’edificio nel regime di incentivazioni già previsto per gli interventi di efficienza energetica mentre il secondo è teso ad adottare misure ed incentivi per chi ristruttura gli immobili. I due emendamenti, quindi, mirano ad introdurre l’efficienza idrica degli edifici tra gli obiettivi che dovranno essere perseguiti dalle future regolamentazioni sull’incentivazione.

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